L’arrivo della civiltà greca in Italia ha riguardato soprattutto i territori situati a Sud della penisola, bagnati dal Mar Ionio e dal Mar Tirreno. L’insediamento dei Greci nelle comunità che abitavano l’Esperia, il nome che veniva dato alla terra d’Occidente, avviene a partire dall’età del bronzo con intenti di natura principalmente commerciale, per poi proseguire nel periodo compreso tra l’VIII secolo e il IV secolo a.C sotto forma di un processo di colonizzazione, teso alla fondazione di vere e proprie città, dove riversare uomini ed energie che nella madrepatria non trovavano spazi adeguati.
L’insieme delle colonie greche in Occidente sarà definito dallo storico latino Polibio “Magna Graecia”, in greco “Megàle Hellàs”. Il termine “magna” che voleva sottolineare il concetto di grandezza, era usato prevalentemente dagli abitanti delle colonie per indicare non tanto l’estensione dei territori, che spaziavano dalla Puglia alla Sicilia, quanto piuttosto la vitalità che caratterizzava la vita politica, economica e sociale di questi centri. Tale condizione permane fino al III secolo a.C, quando Roma decide di intervenire militarmente in Italia meridionale e stabilisce una serie di presidi, che produrranno dei profondi cambiamenti dell’amministrazione, dei costumi e della lingua.
Città e luoghi come Cuma, Taranto, Metaponto, Crotone, Reggio, Messina, Agrigento e Siracusa conservano ancora oggi le tracce concrete dell’influenza che la cultura greca ha esercitato per secoli nel Mezzogiorno d’Italia, per ciò che concerne:
- l’architettura, attraverso la costruzione di templi sacri, necropoli e teatri;
- la diffusione delle pratiche religiose, tra le quali rientrano l’orfismo e i culti dionisiaci;
- la filosofia, grazie principalmente al contributo di Pitagora, il cui pensiero oltre a concentrarsi sul rapporto tra l’uomo e il cosmo, analizzato attraverso l’ausilio della matematica e della geometria, teorizzava la metempsicosi, cioè la reincarnazione dell’anima nel corpo di un altro;
- l’arte, in particolare la scultura in bronzo, le tecniche innovative di oreficeria e la decorazione dei vasi in argilla.
L’illustrazione rappresenta un omaggio al mito della Medusa, il mostro con una capigliatura serpentiforme capace di pietrificare chiunque incrociasse il suo sguardo. Maschere in terracotta che ne ritraevano le sembianze erano spesso collocate sui tetti degli edifici sacri in funzione aprotopaica, per scacciare le forze malefiche. L’omaggio si estende anche ai celebri Bronzi di Riace, una coppia di statue bronzee del V secolo a.C che raffigurano due guerrieri. Il loro ritrovamento avvenne sulle coste calabresi nel 1972.