La leggenda vuole che un monaco irlandese chiamato Cataldo, di ritorno dalla Terra Santa e diretto verso il Golfo di Taranto, si imbattesse in una tempesta a largo delle coste ioniche. Per placare il cataclisma decise di privarsi del suo anello e gettarlo in acqua. Il gesto bastò a scongiurare il disastro e provocò la nascita di piccoli vortici di acqua dolce chiamati citri, caratteristici del Mar Piccolo. In seguito, Cataldo sarebbe diventato vescovo della città.
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Tutto ciò accadeva nel VII secolo d. C. Qualche secolo più tardi, nel 1071 venivano ritrovate nei pressi della cattedrale in città vecchia le spoglie mortali del vescovo ormai venerato come santo, riconoscibili dalla presenza di una croce dorata che recava incisa la scritta "Cataldus".
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Oggi San Cataldo è il santo patrono della città di Taranto e i citri contribuiscono a donare alle cozze tarantine quel sapore unico che le contraddistingue nel mondo. Il 10 Maggio ricorre la sua festa, anche se le celebrazioni iniziano già a partire dal giorno 8, quando la statua in argento del santo lascia il luogo dove tradizionalmente è conservata, la basilica in città vecchia, per essere portata in processione via mare.