Il racconto delle tradizioni del Carnevale pugliese si conclude con Farinella, la maschera tipica della regione. Il suo aspetto ricorda molto quello di Arlecchino, un'altra maschera legata alla commedia dell'arte italiana, con qualche accenno alla figura del Jolly, il giullare delle carte da gioco.
In realtà, le sembianze di Farinella sono opera del designer pugliese Mimmo Castellano che, durante i primi anni '50, su commissione del comitato organizzatore del Carnevale di Putignano rinfrescò il look del personaggio. Infatti, in origine Farinella appariva come un ubriaco dal naso rosso. Perciò, tutti gli altri attributi, come per esempio il cappello da Jolly e il vestito da Arlecchino sono frutto della fantasia di Castellano.
Farinella è l'eroe del Carnevale di Putingnano, un comune in provincia di Bari dove si svolgono sfilate in costume arricchite da carri allegorici in cartapesta, frutto del costante lavoro degli artigiani locali. La storia che spiega l'origine di questa maschera è avvincente e si lega alle vicende che hanno interessato la penisola pugliese nel XIV secolo d.C.
Il nome del personaggio trae spunto dalla farina di ceci ed orzo che viene prodotta da secoli a Putignano. In effetti, sembra che Farinella rappresenti nell'immaginario collettivo un fornaio al quale riuscì di salvare la città dall'invasione dei saraceni, briganti provenienti dalla sponde settentrionali dell'Africa. La sua idea fu quella di utilizzare la farina per camuffare gli abitanti da lebbrosi, in modo da spaventare gli invasori e costringerli a cambiare i propri piani. Il travestimento funzionò e da allora Farinella divenne un vero e proprio eroe.