𝐋’𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐚𝐢 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐢 𝐝𝐢 𝐑𝐨𝐦𝐚. Particolarmente attenti alle questioni pratiche, gli antichi Romani non si mostrarono indifferenti al fascino dell’arte, come dimostrato dalle tantissime copie di statue greche con le quali le famiglie più abbienti vollero ornare case, giardini e fontane. Ma ciò in cui i Romani si distinsero fu, senza dubbio, la realizzazione dei monumenti pubblici: archi, altari, ritratti imperiali e colonne onorarie assunsero una chiara funzione celebrativa in favore dell’impero. Gli scavi di Pompei ed Ercolano ci restituiscono, invece, una splendida testimonianza della tecnica dell’affresco, alla quale ricorrevano i cittadini più facoltosi per impreziosire le proprie abitazioni con dipinti murali.
𝐑𝐨𝐦𝐚 𝐞 𝐥𝐚 𝐏𝐮𝐠𝐥𝐢𝐚. Il tentantivo di consolidare la sua presenza nel resto della regione, condusse Roma a scontrarsi nel 282 a.C. con la colonia greca di Taranto, con la quale inizialmente aveva siglato un trattato che stabiliva delle precise zone di influenza. Malgrado i tarantini avessero cercato la protezione di Pirro, il re dell’Epiro, dopo aver subito delle pesanti sconfitte i Romani ebbero la meglio: l’episodio diede origine all’espressione “è stata una vittoria di Pirro”, usata per indicare un trionfo illusorio. Con la sconfitta di Taranto, l’egemonia romana in Puglia divenne incontrastata, almeno fino al tentativo del generale cartaginese Annibale di conquistare il sud dell’Italia.
𝐋𝐚 𝐓𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐚. Non è un caso, se le principali testimonianze della civiltà romana a Taranto sono tutte successive al 209 a.C, anno in cui il generale romano Quinto Fabio Massimo assedia la città, colpevole di aver favorito proprio Annibale. Dal quel momento, la presenza romana in città diventa predominante. I pavimenti a mosaico e le sculture decorative conservate al museo archeologico nazionale rappresentano un preziosa testimonianza dell’edilizia pubblica e privata della Taranto romana.